Arrestato in Calabria presunto jihadista legato all’Isis: voleva colpire in Italia

Catanzaro – Una nuova minaccia terroristica è stata sventata grazie all’operazione congiunta della Digos di Catanzaro e Cosenza: un uomo, di origine nordafricana, è stato arrestato con l’accusa di essere un presunto jihadista legato all’Isis, pronto a compiere un attentato in territorio italiano. L’arresto è avvenuto nelle prime ore della mattina, in una località non ancora resa pubblica per ragioni investigative.

Secondo fonti della procura distrettuale antimafia, l’uomo avrebbe manifestato in più occasioni la volontà di compiere azioni violente in nome del fondamentalismo islamico, mantenendo contatti virtuali con ambienti riconducibili all’autoproclamato Stato Islamico. Gli investigatori avrebbero intercettato comunicazioni sospette tramite i social media e app di messaggistica criptata.

Il soggetto, descritto come “radicalizzato” e “determinato ad agire”, viveva da alcuni anni in Calabria, dove aveva apparentemente condotto una vita normale e riservata. Tuttavia, proprio la discrezione nei comportamenti aveva insospettito gli agenti che lo tenevano sotto osservazione da mesi.

Durante la perquisizione dell’abitazione sono stati rinvenuti dispositivi elettronici, documenti e contenuti multimediali inneggianti alla jihad, oltre a possibili appunti che fanno riferimento a obiettivi sensibili sul territorio nazionale. Al momento non si esclude che il presunto jihadista avesse contatti con altri soggetti sul territorio italiano.

Il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha dichiarato: «Questo arresto conferma che il pericolo del terrorismo internazionale è tutt’altro che remoto. Dobbiamo restare vigili. Le cellule dormienti possono risvegliarsi in qualsiasi momento».

L’uomo è attualmente detenuto in regime di massima sicurezza e verrà interrogato nelle prossime ore. L’accusa è di associazione con finalità di terrorismo internazionale, aggravata dall’appartenenza ideologica all’Isis.

Nel frattempo, il Ministero dell’Interno ha innalzato il livello di allerta in diverse città italiane, rafforzando i controlli nei luoghi pubblici, nei centri di culto e nei punti strategici come aeroporti, stazioni ferroviarie e metropolitane.

Questa operazione rappresenta l’ennesimo colpo inferto alle reti fondamentaliste che tentano di infiltrarsi nel tessuto sociale europeo attraverso canali apparentemente innocui. La Calabria, come altre zone del Sud Italia, è da tempo monitorata per il rischio di radicalizzazione isolata, soprattutto in contesti marginali o poco integrati.